Questa quindicina, la storia che vi portiamo sono in realtà tre storie-testimonianze che la capogruppo sinodale della parrocchia dell’Immacolata Concezione di Hendersonville, North Carolina, USA, Noelle Therese Thompson, ha raccolto durante conversazioni sinodali con coppie dello stesso sesso e realizzate in presenza e online.
Abbiamo sintetizzato i tre racconti che Noelle ci ha inviato. I titoli sono nostri e in una delle storieabbiamo usato un nome fittizio.
Una storia a favore della vita, quella di Parker
Quella che segue è una storia fra le più toccante delle conversazioni in presenza del sinodo. E’ stata raccontata da un parrocchiano che ha introdotto il racconto come una “vera storia pro-vita”.
Una giovane donna stava viaggiando in macchina verso un luogo dove intendeva abortire. A un semaforo rosso, apre Facebook per trovare in cima al suo feed un appello di un altro parrocchiano, Karl, che la giovane donna incinta conosceva: “Perché qualcuno non può semplicemente darci un bambino?”
La giovane donna contatta il suo amico, che condivide con lei la sua frustrazione perché voleva tanto avere un figlio, ma il suo matrimonio non era stato benedetto e tutte le strade erano state esplorate e bloccate.
– La giovane donna: “Sto andando alla clinica dell’aborto. Se avessi questo bambino, lo adotteresti?”.
– Karl: “Naturalmente dovrò chiedere a casa, ma penso di poter dire di sì”.
Oggi, Parker è un bambino di otto anni con due genitori amorevoli, Karl e Diego, il cui rapporto ha salvato questo bambino dall’aborto.
La storia di una sessualità che dà vita
Un partecipante della diocesi ha raccontato la storia di una coppia gay originaria della diocesi di Charlotte, ma che è stata offesa dai membri della chiesa cattolica che frequentavano. Josh e Nick si sono trasferiti in Canada, dove si sono sposati e sono stati insieme per più di 15 anni. Desideravano che la loro sessualità fosse veramente vivificante, incoraggiando e adottando adolescenti locali con disabilità mentali, per dare loro la possibilità di una vita migliore, una casa, un’istruzione e due genitori amorevoli. Dato che Josh è un consulente per adolescenti con disturbi, questa è stata la scelta perfetta, permettendo loro di andare avanti nella chiamata di Dio ad aiutare la popolazione di adolescenti con problemi mentali della zona ad adattarsi meglio e avere successo nella vita.
Avere uno scopo: far uscire i bambini dalla povertà
Il primo membro della coppia, Matthew (non è il suo vero nome), è attualmente l’insegnante preferito di un liceo cattolico negli Stati Uniti e, pur nascondendo la sua omosessualità, decide di sposare il suo partner altrove. Come coppia, decidono di affidare, amare e adottare giovani bambini a livello internazionale e, così facendo, tirarli fuori dalla povertà estrema.
La più grande tristezza di Matthew è che deve nascondere la sua sessualità per mantenere il suo lavoro in un istituto della Chiesa e che non si sente benvenuto nella Chiesa Cattolica proprio a motivo della sua sessualità che considera data da Dio, e ciò nonostante il suo tentativo di amare i poveri e gli indigenti attraverso la sua decisione pro-life di adottare.